Agosto 2000 - Estate Toscana
   UNA  MAGNIFICA  ESTATE  A  SPASSO  PER  LA  BELLA  TOSCANA!!!
Montenero di Livorno
e il Santuario alla Vergine
Rosignano Solvay Bolgheri
e i "cipressi" di Carducci
Populona
Borgo Etrusco
Golfo di Baratti Buche delle fate
Viareggio Lucca
città con l'anima di un Borgo
Pisa
  Firenze  
Volterra
capitale dell'Etruria
Siena
la città del "Palio"
San Giminiano
e le sue torri


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INDICE  VIAGGI


 
 

In due settimane abbiamo girato in lungo e in largo l'intera etruria toscana.....

Ecco il gruppo!


La costa etrusca Toscana

Costa dell'ETRURIA Toscana
Costa dell'ETRURIA Toscana

http://www.costaetrusca.com
 
 

Inizia la nostra vacanza




Montenero di livorno

Veduta del santuario
Veduta del santuario

Montenero è tra i luoghi della Toscana di maggior fama dovuta particolarmente alla presenza del Santuario.

   Posto su un colle a 300 s.l.m., Montenero gode di un ampio orizzonte marino e terrestre di particolare bellezza. Panorami incantevoli si aprono sotto gli occhi degli osservatori. Di qui lo sguardo corre allo scoglio della Meloria, memorabile per il tradimento del Conte Ugolino (1284) e per la celebre battaglia tra Genova e Pisa, ma anche alla pianura di Livorno con il suo Porto e a quella di  Pisa. A sud si può vedere l'isola d'Elba, la Corsica e la Sardegna: meravigliosi i suoi tramonti. Il nome "Montenero" è dovuto ad una vecchia fama che diceva questa località monte tenebroso, forse perchè ricoperto da irte giogaie e infestato dai briganti che, con tutta probabilità, aspettavano qui l'arrivo dei bastimenti a cui dare l'assalto. Montenero è unito a livorno con un autobus e con una funicolare che sale fino alla piazza antistante il Santuario. La piazza superiore fu creata dai monaci nel secolo scorso quasi atrio scoperto del Santuario stesso.   Da una parte vi si affaccia la facciata della chiesa, dall'altra il Famedio civico: cappelle che racchiudono i resti mortali di grandi livornesi quali il Guerrazzi, Marradi, Meyer, Castelli, Fattori ed una lapide in ricordo di Pietro Mascagni ed Amedeo Modigliani.
L' 8 settembre ricorre la festa popolare più sentita nella quale il pellegrinaggio dei livornesi è ininterrotto e il Santuario è illuminato fino a notte inoltrata dopo la processione mariana notturna dalla Cappella dell'Apparizione al Santuario stesso.

Link utili

http://www.santuariomontenero.org/
http://www.comune.livorno.it/

 

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Rosignano Solvay
         e le spiagge bianche

   La costa di Rosignano Solvay è caratterizzata da ampie spiagge con moderni stabilimenti balneari.  Particolarmente rinomate sono le così dette "spiagge bianche", situate lungo la costa tra il paese e il centro della frazione di Vada, frequentate soprattutto da giovani e che si trovano a sud dell’abitato.

Spiagge Bianche
Il motivo dell'insolito colore della sabbia è la conseguenza di anni di lavorazione dell'industria di bicarbonato che ha il proprio stabilimento a Rosignano Marittimo, a circa un chilometro della costa.

Rosignano Solvay oggi è il fulcro delle attività commerciali del comune. Attorno ai fabbricati costruiti nei primi del novecento si diramano le costruzioni più recenti, le piazze e la particolare suddivisione in due del paese ad opera della ferrovia, che passa, affiancando l'Aurelia, proprio nel centro del paese.   Girando per il paese si notano subito grandi viali alberati, eredità della Società Solvay, e giardini. Rosignano Solvay è l'agglomerato urbano più vasto tra le varie frazioni del comune. Dal punto di vista turistico offre una passeggiata sul mare che si allunga fino a Caletta di Castiglioncello fino a terminare a Punta Righini di Castiglioncello.

   In seguito alle bonifiche attuate tra Ottocento e Novecento, sulla costa dominata dall’abitato di Rosignano Marittimo nel 1914 venne eretta la fabbrica della società belga Solvay, destinata a creare un polo industriale molto importante e un insediamento umano che oggi conta 16.000 abitanti. Rosignano Solvay è infatti la frazione più popolosa del comune di Rosignano Marittimo, e l’abitato si è sviluppato a nord-ovest dell’insediamento industriale dove vengono prodotti soda caustica, carbonato e bicarbonato di sodio.

   La stessa Società Solvay ha in gran parte contribuito alla costruzione del paese, secondo quel criterio di "città giardino" che ha molto influenzato il Novecento europeo.

   Frutto quindi di un insediamento relativamente moderno, Rosignano Solvay non vanta una particolare rilevanza storica

Tramonto sulle spiagge bianche
Tramonto sulle spiagge bianche


Notte di Ferragosto in riva al tirreno

 
 

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Bolgheri
     con i cipressi

"I cipressi che a Bolgheri vanno a S. Guido in duplice filar…
...quasi in corsa giganti giovinetti, mi balzaron incontro e mi guadâr…
e mi riconobber e: ben torni ormai…
Bisbigliaron verso me col capo chino…
Perché non scendi?  Perché non ristai? Fresa è la sera ed a te noto il cammino…"
                                                                 Giosuè Carducci


  Chi arriva a Bolgheri percorrendo il famoso Viale dei Cipressi, immortalato dalla celebre poesia "Davanti a San Guido" di Giosuè Carducci che qui visse dal 1838 al 1848, si trova già in uno stato d'animo predisposto ad accogliere una visione di incomparabile bellezza. Preannunciato da una campagna ben coltivata, si trova subito davanti al castello di Bolgheri con i suoi rossi mattoni a creare un contrasto cromatico di grande suggestione, con il verde argenteo degli olivi ed il verde cupo dei cipressi e dei boschi che lo circondano. Il paese, a cui si accede da un unica porta ad arco, ha mantenuto negli anni l'aspetto originario e la sensazione è che il tempo si sia fermato: qui il trascorrere delle stagioni è ancora scandito dal variare dei colori dei campi e dei poggi che si estendono tutt'intorno. Il centro storico sembra aver conservato la sua antica struttura urbanistica originaria, caratterizzata da un’articolazione concentrica delle strade, da cui si snodano, in senso antiorario, le strade dove, architetture storiche, vecchie fabbriche e curiose botteghe artigianali ricreano un’atmosfera d’altri tempi. Oltre all’aspetto storico, Bolgheri riveste notevole importanza per la bellezza del suo paesaggio e le sue risorse naturalistico ambientale.

Storia
  Antico borgo medioevale, conosciuto dalla metà del 1100 con l’attuale denominazione, si trova i piedi delle colline metallifere, circondato da una ricca vegetazione tipica della macchia mediterranea. Fu completamente distrutto nel 1946 e ricostruito a poca distanza dal sito originario. L’origine del toponimo, ancora non del tutto chiara, sembra derivare dal Bolgheri, nome di un celebre giurista locale difensore dei diritti, mentre è sicuro che fino al 900 d.C.  la località era nota come Sala del Duca Allone. Antico feudo dei conti della Gherardesca, Bolgheri non subì grosse trasformazioni fino all’800, epoca in cui presero il via grandi opere pubbliche tra cui il famoso viale dei cipressi.   Il precedente castello, ubicato a poca distanza dall'attuale, fu distrutto nel 1496 dalle truppe dell'imperatore Massimiliano I che aveva posto in assedio Livorno. L'imperatore di Germania aveva la discutibile abitudine di non retribuire le proprie truppe che, in compenso, erano libere di far razzia delle zone vicine.
  Nel caso specifico, Bolgheri pagò per tutti i rapinati, tanto che fu più agevole e prudente ricostruirlo nella posizione attuale, più sicura e forse già dotata dell'odierna chiesa e di un  ampio convento. A parte pochi stabili attorno al palazzo dei conti, Bolgheri completò la sua struttura attuale dalla seconda metà del Settecento alla seconda metà del secolo successivo, con il castello dei conti Della Gherardesca (un ramo distinto da quelli di Castagneto) e la chiesa parrocchiale di fronte al viale d'accesso, la caratteristica rotatoria interna in senso antiorario, le vecchie fabbriche del borgo comitale: l'osteria, le botteghe artigiane, l'ospedale, i magazzini di fattoria, le scuderie del palazzo. Il fronte del castello, con la torre sopra la porta d'accesso e i caratteristici merli guelfi che uniscono simbolicamente il castello e la chiesa Chiesa dei Santi Giacomo e Cristoforo, assai decorativi, sono un rifacimento di fine Ottocento. La fascia di pineta che separa la spiaggia dalla campagna retrostante sorse a partire dal 1837, assai dopo la costruzione (1786) e il progressivo abbattimento dei ginepri dunali per farne pali da viti e delle querce da sughero di cui sopravvivono rari esemplari. Successive plantazioni di pini e la salvaguardia della macchia  mediterranea esistente, portarono a maturazione la pineta, solcata da numerosi torrentelli che alleggeriscono il carico fluviale: da nord la Fossa Cammilla (la foce è detta Cioccaie), la Fossa di Bolgheri (il Seggio) ed altre. La maggior parte della pineta   risulta privata, quindi è accessibile solo in parte. Il Seggio è la parte terminale del maggiore dei torrentelli esistenti, la Fossa di Bolgheri, che divide il territorio di Bolgheri da quello di Castagneto. Anticamente fu un porto importantissimo, dove avveniva l'imbarco e lo sbarco di quasi tutti i generi di merci in arrivo e in partenza, anche per l'estero.
 

Link  utili:

www.comune.castagneto-carducci.li.it
www.letsgotuscany.com/Immagini%20Andiamo_a/Bolgheri/bolgheri.html

 
 
 

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Populonia
  piccolo borgo etrusco
Colle ove s'arrocca il borgo di Populonia

   Il grande interesse che Populonia ed il suo territorio offrono ai visitatori è costituito sicuramente dalle presenze archeologiche in particolare etrusche, distribuite ovunque: dall'estremità nord orientale a quella occidentale del golfo (Poggio e Piano alle Granate, Poderi di San Cerbone e Casone, Poggio al Molino o del Telegrafo, Poggio alla Porcareccia, le Grotte, la Buca delle Fate). Nel piccolo paese, il museo Gasparri raccoglie numerosi reperti venuti alla luce nel corso degli scavi.

   Populonia fu una delle più fiere e potenti città etrusche, unica tra quelle della "Lega dei Dodici" ad affacciarsi sul mare. Lo sviluppo della Populonia etrusca si estende dal IX sec. AC fino alla conquista romana del III sec. AC. La città era un importante crocevia di scambi commerciali grazie alla sua strategica posizione che domina il golfo di Baratti ed era inoltre rinomata per l'ottimo vino che si traeva dai locali vigneti. La principale attività di Populonia, tuttavia, era legata alla lavorazione del ferro che estraevano dall'antistante Isola d'Elba e rivendevano alle popolazioni confinanti. È curioso che agli occhi dei romani Populonia apparve come una sorta di Bengodi, di persone che si godevano la vita tanto che fecero ben presto delle donne di Populonia lo stereotipo di "donna dai facili costumi"; secondo la tradizione, Populonia fu distrutta proprio per l'invidia che in loro suscitava la presunta vita spensierata dei suoi abitanti (in realtà fu distrutta da Silla nell' 80 AC perché si era alleata con Mario).

   Della Populonia etrusca restano abbondanti testimonianze archeologiche ed in particolare un  consistente numero di tombe.I seguenti tentativi di ricostruzione furono più volte frustrati; i primi dagli Ostrogoti e dai Longobardi che la distrussero nuovamente, rispettivamente nel 546 e nel 570 DC, tra l'altro costringendo il vescovo della diocesi di Populonia a rifugiarsi all'Isola d'Elba. Anche la successiva ricostruzione, con cui fu ripristinata la sede della diocesi, fu vanificata dall'ennesima distruzione avvenuta nell' 809 DC, questa volta ad opera dei pirati greci; in tale occasione il vescovo fu nuovamente costretto a fuggire e nell'occasione si rifugiò a Massa Marittima, dove è tutt'ora la sede diocesana.

Tomba etrusca
Tomba etrusca

  L'attuale borgo di Populonia risale al XIV sec DC. Essa fu governata dalla famiglia pisana degli Appiani fino al 1399, anno in cui Gherardo d'Appiano, divenuto Signore della Repubblica Marinara la cedette ai Visconti di Milano, tenendo per sé ed i suoi successori i territori di Piombino, Suvereto, Scarlino ed Isola d'Elba; nacque così il principato di Piombino che durò fino al 1815. Al periodo degli Appiani si deve la tipologia medioevale dell'attuale borgo di Populonia, oltre alla torre e alle fortificazioni.








Link  utili:

http://www.comune.piombino.li.it/

 
 

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Golfo di Baratti


 


 

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Buche delle fate
  un luogo incantato a strapiombio sul mare

Suggestivo scorcio delle Buche delle Fate
  Dalla località "Il Reciso" parte un interessante sentiero circondato da ulivi e dalla macchia, fatta di erica, lentisco, corbezzolo, mirto, e che scende alla Cala S.Quirico mostrando le rocce scavate chiamate "Buche delle Fate".

Buche delle fate
 

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Viareggio
   non solo carnevale

   Un millennio fa il territorio sul quale sorge ora la città di Viareggio, era occupato dal mare , con l'entroterra intriso di acque stagnanti che costituivano grandi ed estese paludi infestate da insetti e micidiali zanzare. Nel 1117 i lucchesi dopo varie dispute con i pisani e grazie all'aiuto dei genovesi, edificarono un castello in muratura con il maschio cilindrico alto più di 40 metri ,sostenuto da un muro poco inferiore. Per i lucchesi era importante avere quel tratto di costa , poichè costituiva un saldo approdo per l'importazione e il commercio. Il forte prese il nome di Castrum de via regia. Nel 1460 circa, i lucchesi decisero di bonificare le paludi circostanti la costa , affidando l'onere dei lavori a tale ingegnere Lionello. In tale maniera si poteva trasformare l'approdo in un porto incanalato.Una nota di quel tempo riporta che, a chiunque avesse partecipato ai lavori di bonifica, lo stato lucchese, avrebbe offerto come ricompensa una parte di terreno. Le vicende politiche a seguire , i pisani ora in lotta non più con Genova ma con Firenze, consigliarono ai lucchesi di potenziare ancora di più il porto ed in particolare di consolidare il corso del canale della Burlamacca. Venne istituito l'ufficio doganale ed i navigli dove passava il controllo delle mercanzie.

 Nel 1550 il Senato di Lucca decretò una nuova fortificazione sul canale in sostituzione dell'antico castello ; era la torre oggi detta "i Matilde" costruzione forte e possente , vero simbolo della città e fulcro della storia di Viareggio. Nel 1601 Viareggio era già un centro abitato e fu dichiarato "portofranco". Il 10 marzo 1617 Viareggio fu eletta capoluogo della Vicaria del litorale , comprendente i piccoli centri delle colline limitrofe. Nel 1700 il borgo, ormai espanso, fu elevato a comune con il diritto di riunirsi a consiglio.
L'apertura dei primi bagni risale intorno al 1823 quando la città poteva contare sui 4000 abitanti circa, in prevalenza dediti alla pesca, alle costruzioni nautiche e all'agricoltura.A Maria Luisa di Borbone si deve il tracciato del viale dei Tigli dove, dalla propria villa nella pineta di levante, ella poteva rapidamente guadagnare il centro.Fu ancora la duchessa che impose di fatto l'ingresso separato dei bagni ai due sessi essendo una donna molto cattolica e assai pignola trovava disdicevole permettere la balneazione a uomini e donne su un tratto di spiaggia comune. Il 15 marzo 1860 La Lucchesia e Viareggio entrarono a far parte del Regno d'Italia con plebiscito popolare , 98% dei consensi . Intorno al 1870 si aprirono nuovi bagni, oltre al Dori e il Nereo, e furono chiamati Nettuno e Balena .Agli inizi del 1900 si ebbe un certo impulso turistico-balneare e Viareggio divenne meta di villeggiatura preminente con la conseguente fioritura di altri stabilimenti balneari.Il lungomare ingrandito ed abbellito da nuovi edifici stile Liberty proiettò la città verso le mete oggi raggiunte . Viareggio è cresciuta socioculturalmente unendo laboriosità ed ingegno meritandosi l'appellativo di " Perla del Tirreno ".

All’inizio del Novecento la città era già la "Perla del Tirreno", un centro mondano, culturale e turistico apprezzato in tutta Europa e caratterizzato da una particolarissima architettura sospesa tra eclettismo e liberty.

Nel corso della seconda guerra mondiale violenti bombardamenti distrussero interi quartieri, provocando centinaia di vittime tra i civili, ma – nonostante le immani ferite – Viareggio seppe subito risorgere, ricostruendo case, alberghi, cantieri e attrezzature balneari.

Oggi la città si è notevolmente ingrandita e la sua popolazione supera i 60.000. abitanti. Vivacissima località turistica, non solo estiva, è nota in tutto il mondo per il suo tradizionale Carnevale. E’ attivo centro commerciale, con insediamenti industriali e artigianali di rispetto, soprattutto nel campo della cantieristica navale. Importanti anche i settori della pesca, con un’attrezzata flottiglia nel caratteristico porto che ospita anche le barche dei diportisti, e della floricoltura, con notevole esportazione di fiori recisi.
 

CURIOSITA'
Origini del nome "VIAREGGIO" 
  Qualcuno sostiene che il toponimo di Viareggio derivi da Via Regia ( via demaniale) la prima via importante dell'antica Viareggio (via tutt'oggi importantissima e che si trova nelle vicinanze della Torre Matilde e della Darsena).Altri invece sostengono che Viareggio derivi da Vicus Regis in quanto nella località "gli ortacci" nell'età imperiale, esisteva un nucleo abitato molto piccolo e quindi chiamato Vicus che essendo di proprietà imperiale si appellava a Ragius o Regiis. Dall'unione di Vicus e di Regius (Vicus Regius) è nato il nome di Viareggio. 

Link  utili:

http://www.comune.viareggio.lu.it/
http://www.viareggio.it/
http://www.viareggio.ilcarnevale.com/

 
 

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Lucca
  la città moderna con ricordi di borgo
Stemma comunale
Le origini
  Colonia latina nel 180 a. C. ebbe statuto di Municipium che consentiva una certa autonomia amministrativa. Nel periodo bizantino e durante il regno dei Goti, il vescovo assunse un notevole potere sulla città.
  Il nome Lucca dovrebbe derivare dal termine celto- ligure "Luk" , luogo paludoso.
L'alto medioevo

  Con il Regno dei Longobardi Lucca divenne capitale del più importante ducato della Toscana, sede di un dux-iudex (duca-giudice) che aveva giurisdizione su un vastissimo territorio e risiedeva in un palazzo nei pressi dell'odierna piazza San Giusto.
  Questa importanza politica continuò anche dopo con l'Impero di Carlo Magno ed il Regno d'Italia. Il marchese Adalberto I estese il suo potere su Firenze e su Fiesole, risiedeva a Lucca in un fastoso palazzo alle porte della città dove oggi è il Piazzale Verdi (anticamente chiamato Il prato del marchese). Alla fine del X secolo la città era la capitale del vasto marchesato di Toscana.

L'autonomia comunale
Dal secolo XI la lenta dissoluzione del marchesato fu accompagnata dalla sempre maggiore autonomia delle singole città. L'imperatore Enrico II concesse a Lucca la giurisdizione su un territorio di sei miglia intorno alle mura, base per il futuro stato lucchese, il marchese Guelfo rinunziò ai propri diritti sulla città. Il governo comunale fu retto da due consoli, poi da un podestà. Le assemblee deliberative erano due: il Consiglio Maggiore (detto di San Michele in Foro) ed il Consiglio Minore (detto di San Pietro maggiore). Nel XIV secolo il potere esecutivo era attribuito al Consiglio degli Anziani presieduto da un Gonfaloniere.
Dopo la signoria di Castruccio Castracani (1316-1329) la città perse la propria indipendenza e ci fu un periodo di varie dominazioni straniere.

La Repubblica di Lucca
Con la riacquisizione della libertà, nel 1369, Lucca si dette un nuovo statuto repubblicano. Il potere esecutivo restava al Gonfaloniere ed agli Anziani, in carica per due mesi, il potere deliberativo era attribuito ad un unica assemblea, il Consiglio Generale che delegava la discussione di particolari materie al Consiglio dei Trentasei. Questo ordinamento restò in vigore fino al 1799 con esclusione dei trenta anni della signoria di Paolo Guinigi (1400-1430). Tuttavia nel corso dei secoli furono attuate alcune limitazioni all'accesso alle cariche pubbliche. La legge Martiniana (1556) e l'introduzione di un Libro delle Famiglie Nobili (1629) fecero di Lucca una repubblica oligarchica.

L'epoca Napoleonica
Dopo una breve parentesi, nella quale si alternarono per le vicende belliche della campagna d'Italia di Napoleone, due governi democratici a due di restaurazione (1799-1805), il Senato della Repubblica democratica lucchese chiese all'imperatore dei Francesi di concedere alla città un suo familiare come sovrano.
La scelta cadde su Elisa Bonaparte e su Felice Baciocchi che come principi di Lucca e Piombino governarono con un regime costituzionale dal 1805 al 1814. La costituzione del Principato di Lucca e Piombino prevedeva la separazione fra governo dello stato ed amministrazione della città, in questo modo nacque il moderno Comune di Lucca presieduto prima da un maire, poi nuovamente da un gonfaloniere di nomina governativa ed infine con l'unità d'Italia da un sindaco eletto dai cittadini.

Dalla Restaurazione all'unità d'Italia
Il Congresso di Vienna (1815) non restaurò l'antica Repubblica ma istituì il Ducato di Lucca per Maria Luisa e Carlo Lodovico di Borbone che erano rimasti senza un trono. Carlo Ludovico nel 1847 cedette il ducato ai Lorena, Lucca fu unita alla Toscana e subito dopo al Regno d'Italia.

Mappa del centro storico
Mappa

Link  utili:

http://www.comune.lucca.it
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Pisa
Breve storia di PisaIncerta è l’origine di Pisa. Esistono tesi di una sua origine ligure e di una greca. Insediamento etrusco e successivamente colonia romana, Pisa fece parte del regno longobardo, dell’impero carolingio e del regno d’Italia. Il Medioevo coincide con il periodo di massima fioritura economica, politica ed artistica, di cui restano vive testimonianze, nella forma urbis del centro storico, nei numerosi edifici religiosi e civili, nelle piazze, nei tipici vicoli stretti che corrono perpendicolari all’Arno, la grande via di comunicazione che per secoli ha brulicato di vita, con i suoi numerosi scali cittadini. Infatti, mentre non restano tracce tangibili dell’insediamento alto medievale, di cui peraltro gli studiosi hanno ricostruito l’estensione, rimangono ampi tratti delle mura comunali, costruite a partire dal 1154-1155 e concluse intorno alla metà del XIV secolo, che dopo aver difeso l’abitato dagli attacchi nemici, per secoli hanno separato la città dalla campagna, ed oggi sono un documento attraverso cui ripercorrere le alterne vicende della storia pisana.
Due storti a Pisa
Da sempre città di foce, sorta in ambiente lagunare, la rinascita di Pisa non avviene intorno all’antico nucleo romano ma al fiume che l’attraversa: nella zona nord-est dell’Arno si sviluppa l’abitato di Forisportam e sulla riva sinistra quello di Chinzica, che insieme a Mezzo e Ponte formano i quartieri medievali.

Dall’XI secolo Pisa, importante base navale già in epoca romana, intensifica i commerci nel Mediterraneo riportando con la sua flotta numerose vittorie su città e navi musulmane: a Reggio Calabria nel 1005, in Sardegna nel 1015 e nel 1016, a Bona in Africa nel 1034, a Palermo nel 1063, ad Al-Mahd?ya nel 1087. Le crociate, poi, sono l’occasione per estendere i traffici commerciali nel Mediterraneo orientale e ben presto lungo le coste africane sorgono colonie pisane fornite di grandi magazzini e fondachi, abitazioni e chiese.

Tra i primi comuni sorti in Italia, nel 1092 Pisa vede la sua diocesi trasformarsi in arcivescovado con giurisdizione metropolitana sulla Corsica e sulla Sardegna e l’arcivescovo Daiberto eletto primo patriarca latino di Gerusalemme.

Orientata verso una politica filoimperiale, Pisa è l’unica città ghibellina in Toscana a sostenere apertamente la politica dei sovrani svevi,  trovandosi spesso in contrasto con il papato, tanto da meritarsi la scomunica nel 1241, per aver catturato e consegnato a Federico II alcuni alti prelati diretti ad un concilio a Roma.

Il lento declino della città è segnato dalla sconfitta inflitta dalla rivale Genova nella battaglia navale presso le secche della Meloria, nel 1284, in seguito alla quale circa diecimila uomini furono condotti nelle prigioni genovesi, mettendo in ginocchio l’economia pisana. Dopo un breve periodo di ripresa politica ed economica, riaccesa dalla scesa in Italia dell’imperatore Arrigo VII (1310-1313), negli anni successivi avviene la perdita della Sardegna, con grave danno per le finanze del comune; intanto, anche sul piano politico alle antiche istituzioni comunali si succedono nuovi governi signorili, malgrado perduri il forte attaccamento agli ordinamenti del comune garanti di una maggiore libertà, spesso insanguinata da cruenti lotte di fazione. Dopo il breve dominio sulla rivale Lucca (1341-1368) nel 1406 Pisa sarà conquistata da Firenze, iniziando un lungo periodo di profonda crisi che terminerà solo con l’ascesa politica dei Medici.

Dalla seconda metà del Cinquecento si ebbe una ripresa caratterizzata dallo sviluppo dell’Università e dall’istituzione dell’Ordine dei Cavalieri di Santo Stefano, destinato alla lotta per mare contro i Turchi. La città visse la sua vita tranquilla all’ombra del potere dei Medici. Nel 1848 i volontari del battaglione universitario presero parte alla prima fase della guerra contro l’Austria, distinguendosi nella gloriosa battaglia di Curtatone. Pisa ottenne l’annessione al Regno di Sardegna, base del Regno d’Italia proclamato nel 1861. La seconda guerra mondiale portò lutti e distruzioni. Gli aerei alleati bombardarono a tappeto la città, specialmente il 31 agosto 1943, e nell’estate dell’anno successivo Pisa visse la triste esperienza di essere tagliata in due dal fronte bellico.

La ricostruzione fu rapida, anche se i suoi modi suscitarono varie critiche.
 

Link  utili:

http://www.comune.pisa.it
http://www.pisa.turismo.toscana.it/

 

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Firenze
   la regina dell'arte
Tramonto dal belvedere di firenze

Florentia", la florida, fu il nome dato dai romani al piccolo insediamento fondato nel I secolo a.C. ai piedi dell’antica Fiesole etrusca.
Gli etruschi, popolo antico e misterioso, del quale si sa poco ma che ha lasciato nei dintorni di Firenze numerose testimonianze, si erano insediati sulle colline circostanti la piana del fiume Arno fino dal VII-VI secolo. Dapprima costruita come un "castrum" romano, Florentia assunse presto l’aspetto di una vera e propria città con il suo Fòro (oggi Piazza della Repubblica), le terme (via delle Terme), l’anfiteatro (via Tòrta).

Poi vennero i tempi del declino dell’Impero, della frammentazione politica dalla quale nacque il sistema feudale. La città, costituita dall’inizio del XII secolo in Comune, cominciò ad espandersi fino ad assoggettare tutta la media valle dell’Arno ed i rilievi circostanti.
Nonostante le lotte interne, fra famiglie rivali prima e fra Guelfi (fedeli al Papa) e Ghibellini (fedeli all’Imperatore) poi, dal Duecento cominciò la fioritura della città nell’Arte, nella cultura e nei commerci internazionali, che raggiunse il suo apice nel Quattrocento sotto la Signoria di Cosimo e Lorenzo de’ Medici. Dopo la morte di Lorenzo, nel 1492, Firenze visse un lungo periodo di guerre che portarono alla fine della Repubblica Fiorentina e poi alla nascita del Granducato di Toscana, retto da un ramo cadetto dei Medici e poi dagli Asburgo-Lorena. Il Granducato sopravvisse, con sorti alterne, fino all’unificazione politica dell’Italia, di cui Firenze fu capitale dal 1865 al 1871.

La città iniziò per l’occasione una profonda ristrutturazione che portò all’abbattimento delle mura e alla cancellazione di alcuni antichi quartieri del centro conferendo a Firenze l’aspetto attuale.

Link  utili:

http://www.comune.firenze.it/
http://www.firenze.net/
http://www.firenzeturismo.it

 

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Volterra
    la capitale  Etrusca
  Volterra, città “magica e misteriosa”, affonda le sue radici in tremila anni di storia. Di ogni periodo è possibile trovare tracce e testimonanianze che hanno contribuito a renderla unica nel panorama delle città d’arte. Del periodo etrusco rimangono la cinta muraria, l’imponente Porta all’Arco, la necropoli dei Marmini e i numerosi reperti archeologici conservati nel Museo Etrusco Guarnacci, dall’Ombra della Sera, con il suo profilo unico, alle urne cinerarie, ai gioielli finemente lavorati. Il Teatro di Vallebona, di età augustea è testimone dell’importanza che Volterra ebbe in età romana.
  Ma è dal Medioevo che deriva la struttura della città che ritroviamo, non solo nella cinta muraria, quella più interna, ma anche nel tracciato urbano, con le sue strette viuzze, i suoi palazzi, le case-torri, le chiese.
  La civiltà rinascimentale interessa Volterra in maniera notevole, ma senza alterarne l’atmosfera medievale. Di questo periodo sono i superbi palazzi, Minucci Solaini, Incontri-Viti, Inghirami, inseriti nel contesto urbano medievale, l’imponente Fortezza Medicea, il complesso conventuale di San Girolamo.
 
 

Link  utili:

http://www.comune.volterra.pi.it/
http://www.volterratur.it/
http://www.volterra-toscana.net/

 

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Siena
Situata a 322 mt. sul livello del mare nel cuore della Toscana, questa città costruita su delle colline, mantine intatta la caratteristica apparenza medievale, con vicoli stretti e nobili palazzi ognuno ricco di storia.

Siena è di origine etrusca, è stata colonia romana con il nome di Sena Julia; la sua massima importanza l'ha avuta nel medio evo, prima sottomessa dai Longobardi e poi passata sotto il dominio Carolingio. Dopo un lungo periodo di dominio episcopale (dal 9° all' 11° secolo) la città raggiunse il suo massimo splendore dopo essere divenuto un Comune autonomo (1147), adottando una politica espansionistica nei confronti dei territori limitrofi. Il confronto con Firenze divenne inevitabile e la guerra durò, con varie vicissitudini, fino al 1555, quando dopo un lungo assedio, Siena fu conquistata dai fiorentini, perdendo così la propria autonomia e diventando parte del Granducato di Toscana, condividendone le sorti fino all' unificazione dell'Italia (1861).
Eventi:Palio of Contrade (2 Luglio e 16 Agosto), Festa di S. Caterina (29 Aprile), Settimane Musicali a Siena (Settembre).
 

Link  utili:

http://www.comune.siena.it/
http://www.terresiena.it/

 
 
 
 

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San Giminiano
      e le sue torri

 
San Gimignano si erge con il profilo delle sue torri, su di un colle (m.334) a dominio della Val d’Elsa. Sede di un piccolo villaggio etrusco del periodo ellenistico (III-II sec. a.C.) inziò la sua storia intorno al X secolo prendendo il nome del Santo Vescovo di Modena: San Gimignano, che avrebbe salvato il borgo dalle orde barbariche. Ebbe grande sviluppo durante il Medioevo grazie alla via Francigena che lo attraversava. Tant’è che San Gimignano ebbe una straordinaria fioritura di opere d’arte che adornarono chiese e conventi. Nel 1199 divenne libero comune, combattè contro i Vescovi di Volterra ed i comuni limitrofi, patì lotte intestine dividendosi in due fazioni al seguito degli Ardinghelli (guelfi) e dei Salvucci (ghibellini). 
L’otto maggio 1300 ospitò Dante Alighieri, ambaciatore della lega guelfa in Toscana. La terribile peste del 1348 ed il successivo spopolamento gettarono San Gimignano in una grave crisi. La cittadina dovette perciò sottomettersi a Firenze. Dal degrado e abbandono dei secoli successivi si uscì soltanto quando si cominciò a riscoprire la bellezza della città, la sua importanza culturale e l’originaria identità agricola.


 
 

Link  utili:

http://www.sangimignano.com/
http://www.comune.sangimignano.si.it/

 
 
 
 

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