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INDICE VIAGGI |
In due settimane abbiamo girato in lungo e in largo l'intera etruria toscana.....
Costa dell'ETRURIA Toscana
Veduta del santuario
Montenero è tra i luoghi della Toscana di maggior fama dovuta particolarmente alla presenza del Santuario.
Posto su un colle a 300 s.l.m., Montenero gode di un ampio
orizzonte marino e terrestre di particolare bellezza. Panorami incantevoli
si aprono sotto gli occhi degli osservatori. Di qui lo sguardo corre allo
scoglio della Meloria, memorabile per il tradimento del Conte Ugolino (1284)
e per la celebre battaglia tra Genova e Pisa, ma anche alla pianura di
Livorno con il suo Porto e a quella di Pisa. A sud si può
vedere l'isola d'Elba, la Corsica e la Sardegna: meravigliosi i suoi tramonti.
Il nome "Montenero" è dovuto ad una vecchia fama che diceva questa
località monte tenebroso, forse perchè ricoperto da irte
giogaie e infestato dai briganti che, con tutta probabilità, aspettavano
qui l'arrivo dei bastimenti a cui dare l'assalto. Montenero è unito
a livorno con un autobus e con una funicolare che sale fino alla piazza
antistante il Santuario. La piazza superiore fu creata dai monaci nel secolo
scorso quasi atrio scoperto del Santuario stesso. Da una parte
vi si affaccia la facciata della chiesa, dall'altra il Famedio civico:
cappelle che racchiudono i resti mortali di grandi livornesi quali il Guerrazzi,
Marradi, Meyer, Castelli, Fattori ed una lapide in ricordo di Pietro Mascagni
ed Amedeo Modigliani.
L' 8 settembre ricorre la festa popolare più sentita nella quale
il pellegrinaggio dei livornesi è ininterrotto e il Santuario è
illuminato fino a notte inoltrata dopo la processione mariana notturna
dalla Cappella dell'Apparizione al Santuario stesso.
Link utili
http://www.santuariomontenero.org/
http://www.comune.livorno.it/
Rosignano
Solvay
e le spiagge bianche
La costa di Rosignano Solvay è caratterizzata da ampie spiagge con moderni stabilimenti balneari. Particolarmente rinomate sono le così dette "spiagge bianche", situate lungo la costa tra il paese e il centro della frazione di Vada, frequentate soprattutto da giovani e che si trovano a sud dell’abitato.
Rosignano Solvay oggi è il fulcro delle attività commerciali del comune. Attorno ai fabbricati costruiti nei primi del novecento si diramano le costruzioni più recenti, le piazze e la particolare suddivisione in due del paese ad opera della ferrovia, che passa, affiancando l'Aurelia, proprio nel centro del paese. Girando per il paese si notano subito grandi viali alberati, eredità della Società Solvay, e giardini. Rosignano Solvay è l'agglomerato urbano più vasto tra le varie frazioni del comune. Dal punto di vista turistico offre una passeggiata sul mare che si allunga fino a Caletta di Castiglioncello fino a terminare a Punta Righini di Castiglioncello.
In seguito alle bonifiche attuate tra Ottocento e Novecento, sulla costa dominata dall’abitato di Rosignano Marittimo nel 1914 venne eretta la fabbrica della società belga Solvay, destinata a creare un polo industriale molto importante e un insediamento umano che oggi conta 16.000 abitanti. Rosignano Solvay è infatti la frazione più popolosa del comune di Rosignano Marittimo, e l’abitato si è sviluppato a nord-ovest dell’insediamento industriale dove vengono prodotti soda caustica, carbonato e bicarbonato di sodio.
La stessa Società Solvay ha in gran parte contribuito alla costruzione del paese, secondo quel criterio di "città giardino" che ha molto influenzato il Novecento europeo.
Frutto quindi di un insediamento relativamente moderno, Rosignano Solvay non vanta una particolare rilevanza storica
Tramonto sulle spiagge bianche
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"I cipressi che a Bolgheri vanno a S. Guido in duplice filar…
...quasi in corsa giganti giovinetti, mi balzaron incontro e mi guadâr…
e mi riconobber e: ben torni ormai…
Bisbigliaron verso me col capo chino…
Perché non scendi? Perché non ristai? Fresa è la sera ed a te noto il cammino…"
Giosuè Carducci
Chi arriva a Bolgheri percorrendo il famoso Viale dei Cipressi,
immortalato dalla celebre poesia "Davanti a San Guido" di Giosuè
Carducci che qui visse dal 1838 al 1848, si trova già in uno stato
d'animo predisposto ad accogliere una visione di incomparabile bellezza.
Preannunciato da una campagna ben coltivata, si trova subito davanti al
castello di Bolgheri con i suoi rossi mattoni a creare un contrasto cromatico
di grande suggestione, con il verde argenteo degli olivi ed il verde cupo
dei cipressi e dei boschi che lo circondano. Il paese, a cui si accede
da un unica porta ad arco, ha mantenuto negli anni l'aspetto originario
e la sensazione è che il tempo si sia fermato: qui il trascorrere
delle stagioni è ancora scandito dal variare dei colori dei campi
e dei poggi che si estendono tutt'intorno. Il centro storico sembra aver
conservato la sua antica struttura urbanistica originaria, caratterizzata
da un’articolazione concentrica delle strade, da cui si snodano, in senso
antiorario, le strade dove, architetture storiche, vecchie fabbriche e
curiose botteghe artigianali ricreano un’atmosfera d’altri tempi. Oltre
all’aspetto storico, Bolgheri riveste notevole importanza per la bellezza
del suo paesaggio e le sue risorse naturalistico ambientale.
Link utili:
www.comune.castagneto-carducci.li.it
www.letsgotuscany.com/Immagini%20Andiamo_a/Bolgheri/bolgheri.html
Populonia
piccolo borgo etrusco |
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Il grande interesse che Populonia ed il suo territorio offrono ai visitatori è costituito sicuramente dalle presenze archeologiche in particolare etrusche, distribuite ovunque: dall'estremità nord orientale a quella occidentale del golfo (Poggio e Piano alle Granate, Poderi di San Cerbone e Casone, Poggio al Molino o del Telegrafo, Poggio alla Porcareccia, le Grotte, la Buca delle Fate). Nel piccolo paese, il museo Gasparri raccoglie numerosi reperti venuti alla luce nel corso degli scavi.
Della Populonia etrusca restano abbondanti testimonianze archeologiche ed in particolare un consistente numero di tombe.I seguenti tentativi di ricostruzione furono più volte frustrati; i primi dagli Ostrogoti e dai Longobardi che la distrussero nuovamente, rispettivamente nel 546 e nel 570 DC, tra l'altro costringendo il vescovo della diocesi di Populonia a rifugiarsi all'Isola d'Elba. Anche la successiva ricostruzione, con cui fu ripristinata la sede della diocesi, fu vanificata dall'ennesima distruzione avvenuta nell' 809 DC, questa volta ad opera dei pirati greci; in tale occasione il vescovo fu nuovamente costretto a fuggire e nell'occasione si rifugiò a Massa Marittima, dove è tutt'ora la sede diocesana.
L'attuale borgo di Populonia risale al XIV sec DC. Essa fu governata dalla famiglia pisana degli Appiani fino al 1399, anno in cui Gherardo d'Appiano, divenuto Signore della Repubblica Marinara la cedette ai Visconti di Milano, tenendo per sé ed i suoi successori i territori di Piombino, Suvereto, Scarlino ed Isola d'Elba; nacque così il principato di Piombino che durò fino al 1815. Al periodo degli Appiani si deve la tipologia medioevale dell'attuale borgo di Populonia, oltre alla torre e alle fortificazioni.
Link utili:
http://www.comune.piombino.li.it/
Buche
delle fate
un
luogo incantato a strapiombio sul mare
Un millennio fa il territorio sul quale sorge ora la città di Viareggio, era occupato dal mare , con l'entroterra intriso di acque stagnanti che costituivano grandi ed estese paludi infestate da insetti e micidiali zanzare. Nel 1117 i lucchesi dopo varie dispute con i pisani e grazie all'aiuto dei genovesi, edificarono un castello in muratura con il maschio cilindrico alto più di 40 metri ,sostenuto da un muro poco inferiore. Per i lucchesi era importante avere quel tratto di costa , poichè costituiva un saldo approdo per l'importazione e il commercio. Il forte prese il nome di Castrum de via regia. Nel 1460 circa, i lucchesi decisero di bonificare le paludi circostanti la costa , affidando l'onere dei lavori a tale ingegnere Lionello. In tale maniera si poteva trasformare l'approdo in un porto incanalato.Una nota di quel tempo riporta che, a chiunque avesse partecipato ai lavori di bonifica, lo stato lucchese, avrebbe offerto come ricompensa una parte di terreno. Le vicende politiche a seguire , i pisani ora in lotta non più con Genova ma con Firenze, consigliarono ai lucchesi di potenziare ancora di più il porto ed in particolare di consolidare il corso del canale della Burlamacca. Venne istituito l'ufficio doganale ed i navigli dove passava il controllo delle mercanzie.
Nel 1550 il Senato di Lucca decretò una nuova fortificazione
sul canale in sostituzione dell'antico castello ; era la torre oggi detta
"i Matilde" costruzione forte e possente , vero simbolo della città
e fulcro della storia di Viareggio. Nel 1601 Viareggio era già un
centro abitato e fu dichiarato "portofranco". Il 10 marzo 1617 Viareggio
fu eletta capoluogo della Vicaria del litorale , comprendente i piccoli
centri delle colline limitrofe. Nel 1700 il borgo, ormai espanso, fu elevato
a comune con il diritto di riunirsi a consiglio.
L'apertura dei primi bagni risale intorno al 1823 quando la città
poteva contare sui 4000 abitanti circa, in prevalenza dediti alla pesca,
alle costruzioni nautiche e all'agricoltura.A Maria Luisa di Borbone si
deve il tracciato del viale dei Tigli dove, dalla propria villa nella pineta
di levante, ella poteva rapidamente guadagnare il centro.Fu ancora la duchessa
che impose di fatto l'ingresso separato dei bagni ai due sessi essendo
una donna molto cattolica e assai pignola trovava disdicevole permettere
la balneazione a uomini e donne su un tratto di spiaggia comune. Il 15
marzo 1860 La Lucchesia e Viareggio entrarono a far parte del Regno d'Italia
con plebiscito popolare , 98% dei consensi . Intorno al 1870 si aprirono
nuovi bagni, oltre al Dori e il Nereo, e furono chiamati Nettuno e Balena
.Agli inizi del 1900 si ebbe un certo impulso turistico-balneare e Viareggio
divenne meta di villeggiatura preminente con la conseguente fioritura di
altri stabilimenti balneari.Il lungomare ingrandito ed abbellito da nuovi
edifici stile Liberty proiettò la città verso le mete oggi
raggiunte . Viareggio è cresciuta socioculturalmente unendo laboriosità
ed ingegno meritandosi l'appellativo di " Perla del Tirreno ".
All’inizio del Novecento la città era già la "Perla del Tirreno", un centro mondano, culturale e turistico apprezzato in tutta Europa e caratterizzato da una particolarissima architettura sospesa tra eclettismo e liberty.
Nel corso della seconda guerra mondiale violenti bombardamenti distrussero interi quartieri, provocando centinaia di vittime tra i civili, ma – nonostante le immani ferite – Viareggio seppe subito risorgere, ricostruendo case, alberghi, cantieri e attrezzature balneari.
Oggi la città si è notevolmente ingrandita e la sua popolazione
supera i 60.000. abitanti. Vivacissima località turistica, non solo
estiva, è nota in tutto il mondo per il suo tradizionale Carnevale.
E’ attivo centro commerciale, con insediamenti industriali e artigianali
di rispetto, soprattutto nel campo della cantieristica navale. Importanti
anche i settori della pesca, con un’attrezzata flottiglia nel caratteristico
porto che ospita anche le barche dei diportisti, e della floricoltura,
con notevole esportazione di fiori recisi.
CURIOSITA'
Origini del nome "VIAREGGIO" Qualcuno sostiene che il toponimo di Viareggio derivi da Via Regia ( via demaniale) la prima via importante dell'antica Viareggio (via tutt'oggi importantissima e che si trova nelle vicinanze della Torre Matilde e della Darsena).Altri invece sostengono che Viareggio derivi da Vicus Regis in quanto nella località "gli ortacci" nell'età imperiale, esisteva un nucleo abitato molto piccolo e quindi chiamato Vicus che essendo di proprietà imperiale si appellava a Ragius o Regiis. Dall'unione di Vicus e di Regius (Vicus Regius) è nato il nome di Viareggio. |
Link utili:
http://www.comune.viareggio.lu.it/
http://www.viareggio.it/
http://www.viareggio.ilcarnevale.com/
Con il Regno dei Longobardi Lucca divenne capitale del più
importante ducato della Toscana, sede di un dux-iudex (duca-giudice) che
aveva giurisdizione su un vastissimo territorio e risiedeva in un palazzo
nei pressi dell'odierna piazza San Giusto.
Questa importanza politica continuò anche dopo con l'Impero
di Carlo Magno ed il Regno d'Italia. Il marchese Adalberto I estese il
suo potere su Firenze e su Fiesole, risiedeva a Lucca in un fastoso palazzo
alle porte della città dove oggi è il Piazzale Verdi (anticamente
chiamato Il prato del marchese). Alla fine del X secolo la città
era la capitale del vasto marchesato di Toscana.
La Repubblica di Lucca
Con la riacquisizione della libertà, nel 1369, Lucca si dette
un nuovo statuto repubblicano. Il potere esecutivo restava al Gonfaloniere
ed agli Anziani, in carica per due mesi, il potere deliberativo era attribuito
ad un unica assemblea, il Consiglio Generale che delegava la discussione
di particolari materie al Consiglio dei Trentasei. Questo ordinamento restò
in vigore fino al 1799 con esclusione dei trenta anni della signoria di
Paolo Guinigi (1400-1430). Tuttavia nel corso dei secoli furono attuate
alcune limitazioni all'accesso alle cariche pubbliche. La legge Martiniana
(1556) e l'introduzione di un Libro delle Famiglie Nobili (1629) fecero
di Lucca una repubblica oligarchica.
L'epoca Napoleonica
Dopo una breve parentesi, nella quale si alternarono per le vicende
belliche della campagna d'Italia di Napoleone, due governi democratici
a due di restaurazione (1799-1805), il Senato della Repubblica democratica
lucchese chiese all'imperatore dei Francesi di concedere alla città
un suo familiare come sovrano.
La scelta cadde su Elisa Bonaparte e su Felice Baciocchi che come principi
di Lucca e Piombino governarono con un regime costituzionale dal 1805 al
1814. La costituzione del Principato di Lucca e Piombino prevedeva la separazione
fra governo dello stato ed amministrazione della città, in questo
modo nacque il moderno Comune di Lucca presieduto prima da un maire, poi
nuovamente da un gonfaloniere di nomina governativa ed infine con l'unità
d'Italia da un sindaco eletto dai cittadini.
Dalla Restaurazione all'unità d'Italia
Il Congresso di Vienna (1815) non restaurò l'antica Repubblica
ma istituì il Ducato di Lucca per Maria Luisa e Carlo Lodovico di
Borbone che erano rimasti senza un trono. Carlo Ludovico nel 1847 cedette
il ducato ai Lorena, Lucca fu unita alla Toscana e subito dopo al Regno
d'Italia.
Link utili:
http://www.comune.lucca.it
Dall’XI secolo Pisa, importante base navale già in epoca romana, intensifica i commerci nel Mediterraneo riportando con la sua flotta numerose vittorie su città e navi musulmane: a Reggio Calabria nel 1005, in Sardegna nel 1015 e nel 1016, a Bona in Africa nel 1034, a Palermo nel 1063, ad Al-Mahd?ya nel 1087. Le crociate, poi, sono l’occasione per estendere i traffici commerciali nel Mediterraneo orientale e ben presto lungo le coste africane sorgono colonie pisane fornite di grandi magazzini e fondachi, abitazioni e chiese.
Orientata verso una politica filoimperiale, Pisa è l’unica città ghibellina in Toscana a sostenere apertamente la politica dei sovrani svevi, trovandosi spesso in contrasto con il papato, tanto da meritarsi la scomunica nel 1241, per aver catturato e consegnato a Federico II alcuni alti prelati diretti ad un concilio a Roma.
Il lento declino della città è segnato dalla sconfitta inflitta dalla rivale Genova nella battaglia navale presso le secche della Meloria, nel 1284, in seguito alla quale circa diecimila uomini furono condotti nelle prigioni genovesi, mettendo in ginocchio l’economia pisana. Dopo un breve periodo di ripresa politica ed economica, riaccesa dalla scesa in Italia dell’imperatore Arrigo VII (1310-1313), negli anni successivi avviene la perdita della Sardegna, con grave danno per le finanze del comune; intanto, anche sul piano politico alle antiche istituzioni comunali si succedono nuovi governi signorili, malgrado perduri il forte attaccamento agli ordinamenti del comune garanti di una maggiore libertà, spesso insanguinata da cruenti lotte di fazione. Dopo il breve dominio sulla rivale Lucca (1341-1368) nel 1406 Pisa sarà conquistata da Firenze, iniziando un lungo periodo di profonda crisi che terminerà solo con l’ascesa politica dei Medici.
Dalla seconda metà del Cinquecento si ebbe una ripresa caratterizzata dallo sviluppo dell’Università e dall’istituzione dell’Ordine dei Cavalieri di Santo Stefano, destinato alla lotta per mare contro i Turchi. La città visse la sua vita tranquilla all’ombra del potere dei Medici. Nel 1848 i volontari del battaglione universitario presero parte alla prima fase della guerra contro l’Austria, distinguendosi nella gloriosa battaglia di Curtatone. Pisa ottenne l’annessione al Regno di Sardegna, base del Regno d’Italia proclamato nel 1861. La seconda guerra mondiale portò lutti e distruzioni. Gli aerei alleati bombardarono a tappeto la città, specialmente il 31 agosto 1943, e nell’estate dell’anno successivo Pisa visse la triste esperienza di essere tagliata in due dal fronte bellico.
La ricostruzione fu rapida, anche se i suoi modi suscitarono varie critiche.
Link utili:
http://www.comune.pisa.it
http://www.pisa.turismo.toscana.it/
Firenze
la regina dell'arte |
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Florentia", la florida, fu il nome dato dai romani al piccolo insediamento
fondato nel I secolo a.C. ai piedi dell’antica Fiesole etrusca.
Gli etruschi, popolo antico e misterioso, del quale si sa poco ma che
ha lasciato nei dintorni di Firenze numerose testimonianze, si erano insediati
sulle colline circostanti la piana del fiume Arno fino dal VII-VI secolo.
Dapprima costruita come un "castrum" romano, Florentia assunse presto l’aspetto
di una vera e propria città con il suo Fòro (oggi Piazza
della Repubblica), le terme (via delle Terme), l’anfiteatro (via Tòrta).
La città iniziò per l’occasione una profonda ristrutturazione che portò all’abbattimento delle mura e alla cancellazione di alcuni antichi quartieri del centro conferendo a Firenze l’aspetto attuale.
Link utili:
http://www.comune.firenze.it/
http://www.firenze.net/
http://www.firenzeturismo.it
Link utili:
http://www.comune.volterra.pi.it/
http://www.volterratur.it/
http://www.volterra-toscana.net/
Link utili:
http://www.comune.siena.it/
http://www.terresiena.it/
San Gimignano si erge con il profilo delle sue torri, su di un colle (m.334) a dominio della Val d’Elsa. Sede di un piccolo villaggio etrusco del periodo ellenistico (III-II sec. a.C.) inziò la sua storia intorno al X secolo prendendo il nome del Santo Vescovo di Modena: San Gimignano, che avrebbe salvato il borgo dalle orde barbariche. Ebbe grande sviluppo durante il Medioevo grazie alla via Francigena che lo attraversava. Tant’è che San Gimignano ebbe una straordinaria fioritura di opere d’arte che adornarono chiese e conventi. Nel 1199 divenne libero comune, combattè contro i Vescovi di Volterra ed i comuni limitrofi, patì lotte intestine dividendosi in due fazioni al seguito degli Ardinghelli (guelfi) e dei Salvucci (ghibellini). |
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L’otto maggio 1300 ospitò Dante Alighieri, ambaciatore
della lega guelfa in Toscana. La terribile peste del 1348 ed il successivo
spopolamento gettarono San Gimignano in una grave crisi. La cittadina dovette
perciò sottomettersi a Firenze. Dal degrado e abbandono dei secoli
successivi si uscì soltanto quando si cominciò a riscoprire
la bellezza della città, la sua importanza culturale e l’originaria
identità agricola.
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Link utili:
http://www.sangimignano.com/
http://www.comune.sangimignano.si.it/
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